lunes, 8 de junio de 2009

L´Ego Patriarcale

Maria Grazia Cecchi noas hace llegar esta reseña del último liobro de Claudio Naranjo traducido al italiano: "El Ego patriarcal".

Una ocasione para mirare comme andiamo d´entendere la lingua italiana, que dicen los aldeanos. ¿Lo intentamos?




Sarà in libreria ai primi di maggio L'Ego Patriarcale. Trasformare l'educazione per rinascere
dalla crisi costruendo una società sana di Claudio Naranjo, edito da Apogeo Urrà e curato da Alessandra Callegari.


La "mente patriarcale", che ha retto la nascita e lo sviluppo delle cosiddette "grandi civiltà",
si è fatta pericolosamente obsoleta, fino a trasformarsi in un'aberrazione non più sostenibile. infatti la nostra pretesa superiorità si appoggia infatti su una sorta di automutilazione psicospirituale, che perpetua la nostra incompletezza esistenziale e ha portato all'eclisse funzionale di circa due terzi del nostro cervello e, con essa, alla generazione di una società malata, fondata su disvalori quali la prepotenza, la forza, il dominio e l'aggressione. Per sopravvivere a questa crisi generalizzata, dobbiamo mettere in discussione il concetto stesso che sta alle basi dell'organizzazione psicosociale che regge le nostre istituzioni e forme di vita, l'ego patriarcale appunto. A questo scopo, Claudio Naranjo propone l'adozione di una formula educativa nuova, capace di portare all'armonia e all'equilibrio tra le tre persone inrapsichiche di padre, madre e bambino interiore, unico rimedio per realizzare la transizione verso una società sana e vitale.
(dalla Prefazione di Franco Fabro Professore di Neuropsichiatria infantile, Preside della Facoltà di Scienze della Formazione Università di Udine, Italia)


"Il punto di partenza di questo nuovo libro di Claudio Naranjo è che l’umanità si trova in una situazione estremamente critica e il progressivo riscaldamento della terra è uno dei sintomi più evidenti che il nostro mondo rischia di trasformarsi in un inferno. Come nel pensiero buddista la prima mossa di Naranjo è di tipo diagnostico. Prima di tutto egli evidenzia che una radice comune sta alla base del complesso industriale-militare, dell’autoritarismo, dell’ingiustizia, dello sfruttamento, dell’alienazione, dell’incapacità di vivere in pace, della spoliazione della terra e degli altri mali di cui soffriamo. Con lucidità, coraggio e determinazione, Naranjo guarda direttamente in volto il “mostro”, fino a oggi trascurato, responsabile dei principali problemi della nostra società: l’Ego patriarcale. Il patriarcato è una forma di organizzazione sociale gerarchica, basata sul potere maschile, con ampi riflessi sulla rappresentazione mentale degli individui. Alcune migliaia di anni prima di Cristo, in seguito al progressivo riscaldamento della Terra, il sistema patriarcale ha soppiantato le culture matristiche incentrate su una serie diversa di valori quali: la comunità, la collaborazione, la solidarietà, l’agricoltura, e più in generale le funzioni di nutrimento e di sostegno della vita. Nelle società patriarcali, il dominio maschile, che si esprime sia a livello sociale che intrapsichico, rappresenta – secondo Naranjo – l’ostacolo principale per la salute mentale e per l’equilibrio interiore.
(...)
Secondo Naranjo la possibilità di invertire la rotta e salvare il mondo parte dal lavoro che ogni singolo essere umano deve fare su se stesso. Il primo passo nel processo che porta al “risveglio”
è riassunto nel motto delfico “conosci te stesso”, che Socrate ha posto a fondamento dell’educazione alla conoscenza. Si tratta prima di tutto di entrare in contatto con il “dolore”, generato dalla carenza di Essere che costituisce la propria nevrosi. La tappa successiva consiste in un’analisi autentica del proprio carattere, che sfocia in una sorta di confessione o di autodiagnosi della propria tipologia di personalità. Da questo momento inizia un cammino psicoterapeutico, che in numerose tradizioni e culture è stato descritto come un vero e proprio itinerario iniziatico, che consiste nell’equilibrare i tre centri psichici interiori (istintuale, emotivo
e intellettuale) fino a sviluppare “un centro di gravità permanente”. Al termine di questo impegnativo “viaggio”, l’individuo raggiunge la propria essenza, una sfera dove la coscienza è pienamente risvegliata e l’essere umano manifesta un istinto liberato, una conoscenza superiore e un comportamento virtuoso. A livello sociale la risoluzione di questa crisi epocale non passa attraverso un semplice ribaltamento dei sistemi organizzativi e mentali, per esempio da un’organizzazione patriarcale della civiltà a una matristica, bensì dalla realizzazione di un equilibrio tra l’aspetto paterno, materno e filiale, nella società, nella famiglia ma soprattutto
nelle nostre menti. Si tratta di sviluppare quindi un’educazione per esseri umani tricerebrati, un’educazione per la completezza, un’educazione del cuore con uno sviluppo sia del principio materno interiore che del bambino interiore.


Naranjo definisce questo modello educativo “trifocale” o delle “tre persone interiori”, alle quali
va aggiunto l’intervento di un quarto elemento che le equilibria e le armonizza. Il quarto elemento di equilibrio consiste nella capacità di creare uno spazio interiore, di fare il vuoto attraverso la funzione di “inibizione” che è alla base della spiritualità e della meditazione.
Sempre secondo Naranjo: "Non si tratta quindi di arrivare a essere soltanto dei “tricerebrati” armoniosi, sani e amorevoli – pertanto capaci di una pace gioiosa – ma anche degli esseri spirituali. Ciò implica che, al di là di un’educazione del corpo per il lavoro, del cuore per la vita
di relazione e della mente per la conoscenza dell’universo, dovremmo avere un’educazione che favorisca la disposizione contemplativa della mente e non solo i suoi aspetti intellettuali e psicologici. Al di là di apprendere a fare, di apprendere a convivere e di apprendere ad apprendere, importa imparare a essere, per poter arrivare, attraverso il mistero del vuoto,
alla divina radice della coscienza." In questa fase critica della nostra civiltà, nella quale l’Ego patriarcale, nonostante sia moribondo, è più pericoloso che mai perché nel suo processo di distruzione cerca di trascinare con sé tutto e tutti, Naranjo intravede un’unica soluzione possibile: “Cambiare l’educazione per cambiare il mondo”. Si tratta di una rivoluzione radicale
del pensiero educativo, che deve partire da un cambiamento interiore degli educatori. Tale cambiamento dovrebbe attuarsi, a suo parere, equilibrando i tre centri psichici in tutti gli
insegnanti. A questo proposito in Spagna, in Italia e in diverse altre parti nel mondo (Brasile, Argentina e Germania) da alcuni anni è iniziato il percorso SAT per educatori, che rappresenta la realizzazione operativa delle proposte di innovazione dell’educazione di Claudio Naranjo. Il cambiamento degli educatori modificherà sia il rapporto con gli allievi e le loro famiglie, sia i contenuti dell’educazione. Attraverso una forma di contagio salvifico, il cambiamento dell’educazione dovrebbe permettere di “salvare il mondo”

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